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5 invenzioni giapponesi rivoluzionarie

Spesso si pensa alle invenzioni made in Japan come oggetti dalla discutibile utilità, che per noi occidentali appaiono in molti casi addirittura assurde.

In realtà, però, gli inventori giapponesi nel corso della storia, e soprattutto nell’ultimo secolo, sono stati gli artefici di vere e proprie rivoluzioni che sono partite dalle loro invenzioni.

In questo articolo vedremo più da vicino cinque di questi oggetti.

Il Walkman

Era il lontano 1979 quando una delle aziende leader del mercato tecnologico Giapponese, la Sony, lanciava il primo dispositivo portatile in grado di riprodurre musica in movimento, attraverso delle cassette musicali.

Con esso comparvero anche le cuffiette e morirono quasi definitivamente le radio portatili.

Il treno ad alta velocità

Altra invenzione che ha reso celebre il Giappone in tutto il mondo è il treno ad alta velocità, che entrò in servizio sulla linea Tokio-Osaka nel 1964 ed era in grado di raggiungere i 200 km/h.

Da allora i treni proiettile hanno oltrepassato i confini giapponesi e si sono progressivamente diffusi in tutto il mondo. Cosa che ha notevolmente velocizzato i nostri spostamenti.

Le luci a LED

Tecnologia scoperta da Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e Shuji Nakamura intorno al 1990, ha reso possibile una grande rivoluzione in campo elettronico.

Grazie alle luci a LED non solo è cambiato il modo di illuminare case e città, ma sono nati anche i display degli smartphone e le Tv piatte e senza il tradizionale tubo catodico.

L’auto ibrida

Nel 1997 la Toyota, una delle case automobilistiche giapponesi più famose nel mondo, ha lanciato il modello Prius, la prima automobile in grado di muoversi con la doppia alimentazione, mantenendo comunque prestazioni standard.

Il tutto con un impatto sull’ambiente molto ridotto, con emissioni di CO2 pari alla metà di quelle delle auto a benzina a lei contemporanee.

Il robot androide

Il primo della serie fu realizzato in collaborazione con l’Università di Waseda nel 1970 e presentava delle funzionalità molto ridotte rispetto agli attuali, ma era comunque in grado di muoversi liberamente, afferrare oggetti e comunicare.

Attualmente i robot androidi più all’avanguardia appaiono come dei cloni umani, sia per i comportamenti che riescono a riprodurre, sia per il loro aspetto.

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