All’interno di una cucina complessa e variegata come quella giapponese tutti i possibili ingredienti da poter mettere in una preparazione assumono una grande importanza poiché permettono di completare il gusto dandogli sfumature assai differenti.
In un contesto del genere quindi nessun ingrediente è marginale e per capire bene questo aspetto basta analizzare i mille usi che i giapponesi fanno della frutta.
Primi e secondi
Non è raro trovare nelle portate principali di un pranzo o una cena giapponese la presenza di frutti e bacche che vanno a smorzare sapori decisi o a donare quell’aroma fruttato che tanto bene si sposa con il pesce e con gli altri elementi fondamentali della cucina nipponica.
A differenza di quanto sta avvenendo anche da parte degli chef occidentali, la frutta qui non rappresenta un’innovazione, ne un tentativo di sbalordire in quanto da secoli in Giappone è stata integrata all’interno di piatti più complessi.
L’uso che se ne fa è sia in purezza sia sotto forma di derivati come aceti, distillati, estratti o confetture.
La perfetta chiusura di un pasto
Nella normale giornata di un giapponese i pasti solitamente si chiudono davanti ad una tazza di tè fumante mentre si mangia una mela, una pera o un albicocca a fette.
Raramente un pasto termina con un dolce o con dei biscotti a meno che non si tratti di un’occasione speciale o un giorno di festa ma anche in questi casi non è scontato che non si faccia ricorso proprio alla frutta.
Ovviamente non si presenteranno agli ospiti frutti da sbucciare e mangiare a pezzi ma si cercherà di presentare la frutta sotto una veste diversa, quella del Mukimono.
L’arte di intagliare la frutta e la verdura proviene proprio dal sol levante ed è nata proprio per dare un aspetto scenografico alla frutta in modo da valorizzarne l’aspetto con motivi geometrici o linee sinuose ed ondulate che sembrano essere proprio del frutto e non di un artificio.
Le splendide composizione accostando frutti diversi con intagli diversi sono un piacere per gli occhi che fa solo da preludio a quello per il gusto.