Se chiudiamo gli occhi e pensiamo alla musica dell’Oriente, subito ci compaiono nella mente delle immagini di paesaggi idilliaci o di donne in kimono che passeggiano leggiadre per le caratteristiche vie di un pittoresco villaggio.
Quando ci accostiamo alla musica tradizionale giapponese dobbiamo abbandonare gli ideali ed i meccanismi di quella occidentale che per cultura stessa differiscono molto per il modo di pensare la musica.
L’importanza della voce
In Occidente la musica “pura” è considerata quella strumentale, i grandi compositori sono essenzialmente compositori di musica per orchestra o comunque musica ottenuta dagli strumenti e non tramite la voce, che solitamente accompagna soltanto.
Nella tradizione giapponese invece la musicalità è prodotta essenzialmente dalla voce ed è la melodia che passa in secondo piano.
Sappiamo che sin dall’antichità l’importanza di questo tipo di produzione musicale era chiara e ne abbiamo una testimonianza da uno dei più antichi testi scritti giunti fino a noi, dove si trovano riportati i testi di più di 100 canzoni.
Non dobbiamo pensare che la musica strumentale non esista nella tradizione giapponese o non sia apprezzata, ha anzi dato origine a composizioni e generi di alto livello artistico, ma sono solamente numericamente meno presenti rispetto alle produzioni vocali.
Anche all’interno delle produzione composta dalla voce, esistono due diversi generi, quello delle canzoni vere e proprie, dove il testo segue la melodia, e si adatta ad essa, e viceversa un altro tipo di composizioni in cui sono le parole in primo piano e la musica è quasi superflua.
Questo secondo genere è un qualcosa che somiglia più alle declamazioni, più o meno ritmate, che a delle vere e proprie canzoni.
L’importanza dell’interpretazione individuale
La musica veniva trasmessa nelle scuole, che non nascevano unicamente per studiare un certo genere, ma soprattutto per lo sviluppo del rapporto tra insegnante e allievi, le composizioni di cui ogni maestro possedeva la conoscenza venivano infatti trasmesse agli studenti come un vero e proprio tesoro.
La rivalità tra le diverse scuole si basava appunto sulla ricchezza di composizioni possedute e sulla capacità degli allievi di trasmetterle. Non troveremo un’interpretazione ideale, ma diverse interpretazioni, tanto migliori quanto più personali.