
Se sei un appassionato della cucina giapponese e vuoi conoscerla meglio, troverai di certo utili le nostre guide che cercano di rendere il quadro più delineato.
Oggi conosciamo la cucina robata, wagashi e yogashi.
Continua a leggere per sapere tutto quello che ti serve. Buona lettura.
Robata
La robata, o robatayaki, è una tecnica di cucina che prevede la cottura del cibo su delle griglie alimentate a legno di bambù, che aromatizza e affumica il cibo.
La carne che viene cotta in questo modo è spesso quella di kobe, ma si può preparare anche il pesce. Spesso il pesce viene spennellato con soia e mirin per conferirgli il classico sapore agrodolce. La cucina robatayaki è per i giapponesi anche uno spettacolo tra i fornelli.
Gli chef fanno spesso acrobazie tra i fornelli e creano veri e propri spettacoli che incantano i clienti.
Wagashi e yogashi
La cucina wagashi è composta soprattutto da dolci preparati con ingredienti vegetali, come fagioli azuki e agar-agar, dolcificati con zucchero di canna. Alcuni esempi di dolci wagashi sono:
- Mochi: palline di farina di riso con polvere di tè matcha;
- Dorayaki: una sorta di frittelle sovrapposte con un ripieno di anko.
Anche la pasticceria giapponese ha subito alcune contaminazioni da parte di quella occidentale. La tradizione dolciaria francese, italiana e persino americana hanno molto influenzato la pasticceria giapponese che ha preso il nome di yogashi.
La kasutera è ad esempio una sponge cake molto soffice e leggera di forma rettangolare e dalla consistenza molto simile al pan di Spagna. Anche il melopan è amatissimo in Giappone: si tratta di un impasto aromatizzato dotato di uno strato di biscotto croccante.
Dalla tradizione italiana sono arrivate le contaminazioni per le sata andagi, delle frittelle a forma di palla croccanti all’esterno e particolarmente morbide all’interno.
Continua a seguire tutte le nostre guide per scoprire le ricette, le curiosità e le notizie sul mondo della cucina giapponese. A presto!